L'isola dei dadi

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Nelle serate tranquille, quando i miei genitori mi facevano invitare a casa i miei amici, il mondo si dissolveva nel tepore del mio salotto ed il sorriso dei miei mii illumina lo schermo dando vita ad una luce fioca che che si rifletteva nei nostri occhi pieni di gioia.
Ricordo che c’era un luogo magico che potevamo visitare spesso, si chiamava Isola dei dadi, era un'isola magica che trasformava ogni dado in uno scambio di sguardi complice, un misto tra risate e brividi di sfida che rendeva l’atmosfera così facile e spensierata.

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L’isola per noi era proprio come un viaggio dove ogni lancio riservava agevolazioni o ostacoli e di conseguenza c’era un continuo alternarsi tra esultanze e sfuriate, che portava a dimenticare ogni cosa se non la gioia di visitare quell’isola.
Ogni minigioco portava la nostra competitività a livelli estremi tanto da litigare spesso, questo però ci fece legare a tal punto da far sì che anche quelle litigate per noi diventarono un gioco. Questo in breve tempo ci fece capire quanto un oggetto del genere potesse creare un mondo parallelo in cui regna la trasparenza e la serenità, in cui l’apparecchio elettronico è uno strumento per elevarci e rafforzare il legame delle persone.

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